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1) Dizion. 5° Ed. .
COSA.
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COSA.
Definiz: Sost. femm. Nome di significato universale, e che perciò riceve speciale determinazione dal senso del discorso; onde noteremo solamente le accezioni sue principali e più comuni. Genericamente considerato vale Ciò che è in qualunque modo sia, Ciò che esiste.
Da causa, che nel lat. barbaro valeva Cosa; senso derivato dall'aurea latinità, nella quale causa significò anche Subietto, Negozio, Stato. E in antico si disse cosare per Causare, Cagionare. –
Esempio: Dant. Parad. 9: Ciò che da essa senza mezzo piove Libero è tutto, perchè non soggiace Alla virtude delle cose nuove.
Esempio: E Dant. Conv. 174: Per lo polo che non vedemo significa le cose che sono sanza materia, che non sono sensibili, delle quali tratta la Metafisica.
Esempio: Barber. Docum. Am. 138: Esser non può non fatta Cosa ch'a fine è tratta.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 143: Nelle cose perverse e malvage.... niuno se ne vuol credere.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 8: Mirò tutte le cose, ed in Soria S'affisò poi ne' Principi cristiani.
Esempio: Marchett. Lucrez. 3: Io spiegherotti in che maniera il cielo Con moto alterno ognor si volga, e quali Sien degli Dei l'essenze, e delle cose Gli alti principj.
Esempio: Maff. Stor. diplom. 1: Necessaria parte del sapere, che nella sana e sincera notizia delle cose consiste.
Esempio: Parin. Poes. 128: La Notte,... il rugiadoso piè lenta movendo, Rimescola i color varj, infiniti, E via gli sgombra con l'immenso lembo Di cosa in cosa.
Definiz: § I. Nel plurale, usasi a denotare Un ordine di fatti, di oggetti e simili, considerati nel loro complesso; e in questo senso usasi con qualche aggiunto, o compimento, determinante quel dato ordine. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Mi mise dentro alle segrete cose.
Esempio: E Dant. Purg. 31: Le presenti cose Col falso lor piacer volser miei passi.
Esempio: Petr. Rim. 2, 15: E le cose presenti e le passate Mi danno guerra, e le future ancora.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 55: Diede per legge incommutabile a tutte le cose mondane aver fine.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 5: Sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti.
Esempio: Ar. Orl. fur. 33, 55: E con incendj e stupri le divine E le profane cose ire egualmente.
Esempio: Lottin. Avved. civ. 104: Quello a cui veramente conviene il nome di ricchezza, non è l'aver danari, ma sono quelle cose con le quali l'uomo può nutrirsi e vivere agiatamente.
Esempio: Dav. Scism. 335: Altri le cose sagre con le ragioni di stato discorrendo, dicevano ec.
Esempio: Leopard. Poes. 82: Oh come grato occorre Nel tempo giovanil, quando ancor lungo La speme e breve ha la memoria il corso, Il rimembrar delle passate cose.
Definiz: § II. Cosa si usa a denotare l'Essenza o la Natura od anche la Sostanza di checchessia, Ciò che lo costituisce, I caratteri essenziali di esso, e simili; riferito così all'ordine fisico, come a quello morale o spirituale: ed usasi per lo più nel costrutto Che cosa è, Che cosa sia, fosse ec., ed anche non l'ellissi del che. –
Esempio: Rim. Ant. F. Guinizz. Guid. 1, 81: Con gran disio pensando lungamente Amor che cosa sia.
Esempio: Dant. Rim. 197: E dicer voglio omai siccom'io sento, Che cosa è gentilezza, e da che viene.
Esempio: E Dant. Conv. 347: Che cosa è l'uomo, che tu Iddio lo visiti?
Esempio: S. Bern. Lett. F. 84: Il sacramento, sanza la cosa e virtù del sacramento, è morte a colui che 'l riceve; ma la cosa e virtù del sacramento, eziandio sanza il sacramento, è vita eterna a colui che la prende.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 9: Se sai che cosa è amor, ben sai che mesta Restai, di lui pensando notte e giorno.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 162: A lei non bisogna dire che cosa sia l'affezione de la patria.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 12, 38: Sì amica finora ebbe ogni stella, Che ha saputo oggi sol cosa è dolore.
Esempio: Leopard. Poes. 84: Ahi ahi, che cosa è questa Che morte s'addimanda?
Definiz: § III. Cosa usasi, e più spesso nel plurale, a significare gli Esseri materiali in contrapposto degli animali e degli spirituali. –
Esempio: Vallisn. Op. 1, 208: Se in tanta ricchezza di cose o d'animali scoperta nel nostro secolo,... paresse a qualcuno porre nomi nuovi, io non avrei niente di scrupolo a concederglielo.
Definiz: § IV. E in senso più particolare, e nel linguaggio delle Scuole, si usa per Ciò che è sfornito di ragione, rispetto agli esseri che ne sono forniti.
Definiz: § V. Nel linguaggio de' Legali, Cosa dicesi Tutto ciò che è distinto dalle persone e dalle azioni, e che può essere di qualche uso all'uomo, ed è perciò subietto di diritto.
Definiz: § VI. In senso particolare, vale Corpo, Oggetto materiale. –
Esempio: Dant. Purg. 20: Sentii, come cosa che cada, Tremar lo monte.
Esempio: E Dant. Purg. 21: Dismento nostra vanitate, Trattando l'ombre come cosa salda.
Esempio: Ar. Orl. fur. 44, 20: Poi venne il vento, e come cosa lieve, Levolle in aria.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 25: Talchè i filosofi nelle dubbiose dispute del crescere le cose, la allegavano per esempio.
Esempio: Pindem. Poes. 62: Come raggio di sol che indietro torna Da le cose ferite o azzurro o verde, ec.
Definiz: § VII. E, specialmente nel plurale, si usa per Masserizia, Suppellettile, Bagaglio e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 8: E poste le loro cose ad uno albergo, disse Marchese ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 104: All'albergo dove il frate era smontato se n'andarono con questo proponimento, che.... Giovanni dovesse tra le cose del frate cercare di questa penna.
Esempio: Fr. Cherub. Vit. matr. 96: Così ancora tu, figliuola mia dilettissima, governa bene tutte le cose di casa, che non si perdino, e che non si vadino gittando via in qua ed in là.
Esempio: Dav. Scism. 374: Spogliava le chiese di tutte le cose di valuta.
Definiz: § VIII. E per Arnese, Strumento, Arredo e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 107: A costui.... aveva frate Cipolla comandato, che ben guardasse che alcuna persona non toccasse.... le sue bisacce, perciò che in quelle erano le cose sacre.
Esempio: Giannott. Op. 2, 403: Nella quale [casa] non vorrebbe alloggiassino soldati, rispetto alle legne che vi ha, e instrumenti ed altre cose atte a quella arte.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 5, 7: Come fan talora Quelli a cui dato è far colletta alcuna O d'armi, o d'altri arnesi, robe e cose Proibite.
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 129: Nel medaglione dello Strada Androclo ha, in vece di quell'asta, una face lunga, detta Lampada, che pure era cosa degli Eleusini.
Definiz: § IX. E si usa anche per Robe da vestire, Acconciatura, Ornamento, o simili. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 6: Ordina di fare un velluto chermisi, per farlo colle maniche grandi, foderato di martore:.... e fa una cioppa rosata, ricamata di perle. E non può saziarsi di fare delle cose; chè è bella, e vorrebbe paressi vie più.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. 71: Vorrò, quando l'Allesandra mi sarà fuori di casa, fare delle cose, per voi. Ar. Comm. 2, 396: Una scatola Con certe anella, collarucci e simili Cose d'oro.
Definiz: § X. Cosa, per lo più nel plurale, vale anche Facoltà, Beni, Patrimonio, Averi. –
Esempio: Test. Beatr. 77: Io Contessa Bietrice, figliuola che fui del Conte Ridolfo,... sana de la mente,... dispongo ed ordino così de le mie cose.
Esempio: Dant. Inf. 11: A Dio, a sè, al prossimo si puone Far forza; dico, in loro ed in lor cose.
Esempio: E Dant. Inf. 22: Mia madre a servo d'un signor mi pose, Chè m'avea generato d'un ribaldo Distruggitor di sè e di sue cose.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 12: Vendi ogni cosa che tu hai, e dallo ai poveri.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 72: Abbandonarono la propria città,.... i lor luoghi, ed i lor parenti, e le lor cose.
Esempio: Ar. Orl. fur. 44, 36: Ruggier, il qual non ch'abbi regno, Ma non può al mondo dir: Questa è mia cosa.
Definiz: § XI. In locuz. figur. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 276: Questi (danari) s'hanno a spendere nella più utile cosa ch'i' abbia, ch'è l'anima mia.
Definiz: § XII. Quindi Cose mobili, diconsi Quelle che posson tramutarsi, come masserizie, contanti ec.; Cose immobili, Quegli effetti che non posson mutarsi di luogo. –
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 30, 1: Furto è toglimento della cosa altrui mobile e corporale.
Definiz: § XIII. Cosa si usa anche a denotare Tutto ciò che si prende per alimento, per bevanda, medicina e simili. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 34: Pongonsi le mense con molta abbondanza di cose.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 180: Sare' buono a purgarti un poco, pure con cose leggeri.
Esempio: Fag. Rim. 1, 149: Guai chi non sa porsi in sul piattello Diverse cose a un tratto, per salvarle Da quell'affamatissimo drappello.
Definiz: § XIV. Cosa, nel plurale, si usa a significare Ciò che, pur essendo compiuto in sè, e per sè stante, si considera come parte d'un tutto. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 27: In ciascuna testa [della sala].... si fece una storia grande.... Lunga e forse noiosa cosa sarebbe dire tutti i particolari e le minuzie di queste storie: però toccherò solo e brevemente le cose principali.
Definiz: § XV. E riferito a Parte o Membro del corpo umano. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 8, 41: Adrasto vuol saper cosa le duole: Ella non parla.
Definiz: § XVI. Cosa applicasi anche a Persona. –
Esempio: Dant. Rim. 103: Perdono La morte mia a quella bella cosa Che me n'ha colpa, e non fu mai pietosa.
Esempio: Petr. Rim. 2, 93: Dio per adornarne il cielo La si ritolse; e cosa era da lui.
Esempio: Bocc. Filostr. 2, 59: Dunque, per Dio, se 'l morir ti noia, Fallo sentire a questa vaga cosa.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 67: La fama era per tutto, che la nipote del prete era una bella cosa.
Esempio: Pulc. L. Morg. 1, 39: Vennegli aprir come una cosa matta Ch'un'aspra visïone aveva fatta.
Esempio: Sassett. Lett. 233: Quella innocente cosa di Francesco Bonciani si trovava ancora costà.
Esempio: Razz. Gost. 3, 5: Coloro che amano,... temono di non dispiacere alla cosa amata.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 125: La bella ed onesta [gelosia] è quella, che portano i padri alle figliuole, i fratelli alle sorelle, e gli amanti ancora onorati alle cose amate.
Definiz: § XVII. E riferito a persona, e unita con gli adiettivi possessivi Mio mia cosa, Tuo tua cosa, Suo sua cosa, Nostro nostra cosa, Vostro vostra cosa, usasi a significare che alcuno è strettamente congiunto d'affetto o di servitù con la persona a cui l'adiettivo possessivo si riferisce. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 231: Salva la mia onestà, come a vostra cosa, ogni vostro piacere imponete sicuramente.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 39: Tu mandi il segnal tuo al maestro Simone, che è così nostra cosa come tu sai.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 139: Veggendo [uno scarafaggio] che l'aquila già la voleva ciuffare (la lepre), la pregò ch'ella li dovesse perdonare la vita, perch'ell'era molto cosa sua, ed erasegli raccomandata.
Esempio: Cas. Lett. ined. 9: Se accade a detto Pandolfino alcun aiuto all'offizio, fatelo caldo ed amorevole come a cosa molto mia.
Definiz: § XVIII. E Cosa stretta d'alcuno, vale Intimo familiare; e si usò anche per Stretto parente. –
Esempio: Strin. Cron. 101: Detto Davanzato di Villanuzzo tolse per moglie una donna, che fa cosa stretta di messere Ubaldino.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 110: Sendone ricerco da M. Giulio Spiriti, cosa mia molto stretta e molto cara,... non veggo di poterli mancare questo offizio.
Definiz: § XIX. Cosa, più che altro nelle locuzioni Quella cosa, Una certa cosa, e simili, dicesi familiarm. a denotare Donna che sia o ci apparisca spregevole per difetti fisici o per qualità morali. Così per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Non ti confondere con quella cosa. – È inutile discorrere con lei; è una certa cosa, che non capisce nulla.
Definiz: § XX. E si usa per Fatto, Avvenimento, Evento, Caso, ed anche Circostanza. –
Esempio: Dant. Purg. 24: Se nel mio mormorar prendesti errore, Dichiareranti ancor le cose vere.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 82: Manifestamente apparve che quello che il natural corso delle cose non avea potuto.... a' savj mostrare, ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 88: La cosa andò pur così.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 1, 93: I Falisci per un altro più onorevole modo vennero nella potestà del popolo romano,... e passò la cosa in questa forma.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 73: Or cominci novello ordin di cose, E gli si volga prospero e beato.
Esempio: Magal. Lett. At. 12: Io non vi porto racconti di fede sospetta, nè visioni di pii contemplativi: io vi porto cose accadute nel cospetto di una gran Corte.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 22: Dicon di più, che ci è qualche altra cosa, Quale è omai cosa pubblica nel luogo.
Definiz: § XXI. E in senso più particolare, Cosa, nel plurale, serve a significare Fatto, Avvenimento, Condizione, concernente lo Stato, od una determinata parte della pubblica amministrazione. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 217: Nè io delle cose di qua ho che scrivere altro alle Signorie vostre.
Esempio: E Machiav. Leg. Comm. 2, 419: L'animo suo era circa le cose di Pisa, volere ec.
Esempio: Guicc. Stor. 2, 259: Da altra parte gli dispiaceva, che la grandezza dei Veneziani risorgesse, dalla quale sarebbe risultato molestia e pericolo continuo alle cose sue.
Esempio: Giannott. Op. 2, 397: La speranza che io ho, che le cose s'abbiano a riducere in quiete e tranquillità, mi fa sopportare, ec.
Esempio: Magal. Lett. 19: Le cose del mare, che erano la sicurezza di quelle dominazioni lontane, sono ancor esse in pessimo stato.
Esempio: Pap. L. Coment. 3, 69: Prestarono alla Municipalità il giuramento di esser fedeli al nuovo ordine di cose.
Esempio: E Pap. L. Coment. 3, 75: Il general Lecchi bresciano, gran partigiano de' Francesi, e infiammatissimo per le nuove cose.
Definiz: § XXII. E per Negozio, Affare, Faccenda. –
Esempio: Calzol. Stor. Monast. 209: Tornatosene (Guido Conte d'Ambiana) alla città, diede ordine alle cose sue, e rinonziato il Contado, se n'andò al monasterio, e fecesi monaco.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 8, 25: Pare a lui D'avere accomodate le sue cose Con Dio, col mondo, e con gli affetti sui.
Esempio: Giacomell. Carit. 2: Era tra questi due un antico astio riguardo al maneggio della repubblica; onde in tutte le cose tra loro scambievolmente si contrariavano.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 66: Alle sue cose Deve il padrone da sè stesso attendere.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 59: In cosa di tanto momento io non poteva tacere.
Definiz: § XXIII. Cosa si usa a denotare Appartenenza, ossia Ciò che altri fa, usa, pratica, o simile, in modo speciale, per qualsivoglia ragione o cagione. – Esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Il mettere a protocollo gli affari non è cosa mia.
Definiz: § XXIV. E per Azione, Opera, Tratto, Maniera e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 130: Le cose, che al servigio di Dio si fanno, si deono fare tutte nettamente.
Esempio: Machiav. Comm. 265: Se si potrà fare, che mio padre creda, che non sia mancato per me, che queste nozze si facciano, io l'arò caro: quando che no, io farò le cose all'abbandonata.
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 97: Hai fatto gran fallo, E fatto hai cosa indegna ad un uom forte.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 41, 42: Pazzia vera È la tua e di qualunque che si pose A consigliar mai cosa o buona o ria, Ove chiamato a consigliar non sia.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 231: Le chiamano (le villanie) cose da ignoranti, quasi che la cortesia sia propria degl'intendenti.
Definiz: § XXV. E per Impresa, Fatto nobile, degno, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 2: E per piacere a lei, facesse cose Nei secoli a venir miracolose.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 29, 57: E queste ed altre assai cose stupende Fece nel traversar de la montagna.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 66: Signor, gran cose in picciol tempo hai fatte.
Esempio: E Tass. Gerus. 5, 52: A magnanime imprese intenta ha l'alma, Ed insolite cose oprar dispone.
Esempio: Alf. Trag. 5, 221: Sublime Bruto, una impossibil cosa, Ma di te degna, in mente volgi, e solo Tentarla puoi.
Esempio: Fosc. Poes. 181: A egregie cose il forte animo accendono L'urne de' forti, o Pindemonte.
Definiz: § XXVI. E per Opera dell'ingegno, Lavoro d'arte e simili. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 22: Pigliando da lui (Michelangiolo) parere in tutte le cose mie.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 2, 201: Avendo nello spazio di molti anni.... dato saggio di sè per alcune cose con bella maniera lavorate.
Definiz: § XXVII. E in senso più particolare, Componimento. –
Esempio: Dant. Conv. 88: Nulla cosa per legame musaico armonizzata si può della sua loquela in altra trasmutare, sanza rompere tutta sua dolcezza e armonia.
Esempio: E Dant. Conv. 100: La sua virtù (del Volgare) nelle cose rimate.... non si può bene manifestare.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 122: Essendo ciascuno consapevole a sè stesso della molestia ineffabile ch'è a lui sempre l'udire le cose d'altri; vedendo sbigottire e divenire smorte le persone invitate ad ascoltare le cose sue, ec.
Definiz: § XXVIII. Cosa, coi verbi Dire cosa, Scrivere cosa, Soggiungere cosa e simili, si usa per Parola, Discorso, Imbasciata, e simili. –
Esempio: S. Bern. Pist. 9: Se il secolare uomo parla teco cose vane, il più tosto che puoi, quelle tali parole ricidi e taglia.
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 23: Questo è il costume di coloro che hanno offeso, che come sentono dire cosa che gli trafigga, così si turbano.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 7: Le quali cose io con piacevole animo, sallo Iddio, ascolto ed intendo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 41, 42: Così parlava Brandimarte, ed era Per soggiungere ancor molte altre cose.
Esempio: Mont. Poes. 1, 125: Vieni; ch'io voglioti Dir cento cose, Tutte piacevoli, Tutte amorose.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 97: Altre cose dette da Teofrasto vicino a morte, si trovano mentovate da Cicerone e da san Girolamo.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 61: Se la vuol lasciar detto qualche cosa, Per la risposta la torni domani.
Definiz: § XXIX. E in senso più determinato, si usa per Notizia, Ragguaglio, Informazione. –
Esempio: Dant. Purg. 33: Questo, ed altre cose Dette li son per me.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 177: Per questa cagione scrivo la presente, acciò.... Vostre Signorie li possino fare qualche onore, e trarre da lui qualche cosa di questa materia.
Esempio: E Machiav. Leg. Comm. 2, 216: Domandai Sua Eccellenza, se di Urbino ci era cosa alcuna.
Esempio: Targ. Viagg. 8, 309: Tanto serva per ora in proposito delle colline del Valdarno di sopra; solamente soggiugnerò alcune poche cose che vi hanno correlazione.
Definiz: § XXX. E usasi anche a significare Ciò che dà materia al discorso, Punto che altri prende a trattare, ed altresì Argomento, Subietto. –
Esempio: Dant. Inf. 4: Parlando cose che il tacere è bello.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 322: Motteggiando e cianciando di ben mille cose,... al bel palagio.... pervennero.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 361: Scrissi a Vostre Signorie a dì 9, e discorsi molte cose delle cose di qua.
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 23: Se i nomi e i gesti di ciascun vo' dirti,... Non so veder quando abbia da espedirti, Chè non basta una notte a cose tante.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 8, 21: Ma perchè non convien che sempre io dica, Nè ch'io v'occupi sempre in una cosa, Io lascerò Ruggiero ec.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 2, 24: Andavano a visitare certe loro amiche, nella cui casa si ragionava di varie cose.
Definiz: § XXXI. E per Concetto, Idea, Pensiero, Sentenza e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 29: Or convien ch'Elicona per me versi, Ed Urania m'aiuti col suo coro Forti cose a pensar, mettere in versi.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 29: Ei (Michelangiolo) dice cose, e voi dite parole.
Esempio: Galian. Mon. 239: A dir dunque che l'alzamento [della moneta] è un dazio, non si dice cosa nuova; a dire che perciò è ingiusto, non si dice cosa savia.
Definiz: § XXXII. Cosa si usa a denotare Qualsivoglia ente in correlazione del vocabolo che lo significa. –
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 518: Non avendo noi la cosa, vegniamo conseguentemente a mancare della propria voce.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 88: L'esserci il nome, non ci fa esser la cosa; come l'esserci il nome della fenice, non ci fa esser l'uccello.
Definiz: § XXXIII. Serve ancora a denotare Ciò che è obietto della nostra mente; ed altresì la Materia delle cognizioni nostre, Notizia di scienza, arte o simili. –
Esempio: Dant. Purg. 17: E qui fu la mia mente sì ristretta Dentro da sè, che di fuor non venia Cosa che fosse allor da lei recetta.
Esempio: E Dant. Conv. 208: Dico che nostro intelletto.... non puote a certe cose salire, perocchè la fantasia nol puote aiutare.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 235: Quelle cose che gli uomini sanno, sono la minima parte di quelle che non si sanno.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 219: E so di molte belle cose, e di belle canzonette.
Definiz: § XXXIV. Serve anche a denotare Ciò che è obietto degli affetti, de' sentimenti dell'animo; ed altresì Sentimento, Affetto e simili; ma più che altro in poesia. –
Esempio: Dant. Purg. 18: Così l'animo preso entra in disire,... e mai non posa Fin che la cosa amata il fa gioire.
Esempio: Poliz. Rim. C. 4: Gentil fai divenir ciò che tu miri, Nè può star cosa vil dentro al tuo seno.
Esempio: Galil. Op. astronom. 3, 383: Prima furon le cose e poi i nomi.
Definiz: § XXXV. E serve a denotare Ciò che viene considerato come ente morale, come principio, e simili. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 88: Amicizia è il nome d'una bellissima cosa.
Esempio: Leopard. Poes. 94: Due cose belle ha il mondo: Amore e Morte.
Definiz: § XXXVI. Cosa, serve a significare Qualità, Attributo, Requisito, e simili. –
Esempio: Vill. G. 2, 93: Ma una cosa ebbono i rettori di quello [popolo di Firenze], che furono molto leali.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 105: Il fante mio ha in sè nove cose tali, che ec.
Esempio: Cecch. Esalt. 4, 6: E che vino era quello! Gli avea quelle sei belle cose in oso: Polposo, grazioso, ec.
Definiz: § XXXVII. Serve anche a denotare Effetto od Intento. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 419: Lo animo suo era, circa le cose di Pisa, volere due cose.
Definiz: § XXXVIII. E a significare Mezzo, Modo, ed altresì Espediente, Provvedimento e simili. –
Esempio: Esop. Fav. M. 71: Potiamo intendere per questo ladrone quelli che si studiano con cose fitte e false privare altrui delle grandi e buone ricchezze.
Esempio: Grazz. Comm. 278: Non ha egli modo niuno di fuggire? F. Niuno. V. O per la finestra? F. La finestra è alta e serrata. M. Qui bisogna pensare a qualche cosa. V. Non ci è altro rimedio, che ec.
Definiz: § XXXIX. Si usa anche per Cagione, Ragione, Motivo, Riguardo, Riflesso; ed usasi spesso in costrutto con la particella Per, e con un adiettivo di quantità o di qualità, come Quello, Questo, Ogni, Tale, o simili. –
Esempio: Bocc. Fiamm. 27: Egli, per ogni cosa degno d'essere da qualunque Dea amato, te, più che sè medesimo.... ama e amerà sempre.
Esempio: Stor. Barl. 44: A tutte queste cose mi pres'io guardia a ubbidire.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 185: È credibile Iddio abbia ricevuto l'anima sua nel suo santo regno; ch'è una delle cose che molto ci debbe consolare.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 266: Intendendo per piacere la felicità, che debbe in effetto esser piacere; da qualunque cosa ella abbia a procedere.
Esempio: E Leopard. Pros. 2, 8: Gli uomini tutto giorno si mettono a pericolo della vita con fondamenti più deboli di gran lunga, e per cose di piccolissimo conto.
Esempio: Panant. Epigr. 134: Strepitaron due dame, e nol volere (un brillante) Dissero a sì gran prezzo. Ah so cos'è! (La scaltra aggiunse) lo vorreste avere Al prezzo istesso ch'è costato a me.
Definiz: § XL. E per Patto, Condizione, Termine, o simile; ma più specialmente si usa nelle maniere, Recarsi alle cose di ragione, di giustizia, Venire, e simili, alle cose di ragione, di giustizia e simili. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 70: Abiàno diliberato lasciarla istare (la casa),... tanto che si rechi [il venditore] a le cose ragionevoli.
Definiz: § XLI. E per Usanza, Consuetudine, Costume. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 76: Per che quasi di necessità cose contrarie a' primi costumi de' cittadini nacquero tra coloro li quali rimanean vivi.
Definiz: § XLII. Si adopra anche a denotare Uso, Servigio. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. Genes. 193: La macchia ch'è nel panno, non l'ha però guasto in tutto, chè, perchè egli sia macchiato, sì si adopra a più altre cose.
Definiz: § XLIII. Cosa, con gli adiettivi Ogni cosa, Qualche cosa, Quale cosa, Qualunque cosa, e simili, si usa a significare Occorrenza, Bisogno e simili. –
Esempio: Poliz. Pros. 48: Ringrazio la V. M., che ancora che io non sia presente, avete pure qualche pensiero de' fatti miei: Iddio mi dia grazia, vi possi ristorare in qualche cosa.
Definiz: § XLIV. Cosa, con gli aggiunti di Grande, Bello, Gentile e simili, e unita con un sostantivo di numero plurale mediante la particella Di, serve a denotare la Quantità, l'Abbondanza, di ciò che dal sostantivo stesso è significato. –
Esempio: Pier. Cron. 54: Venne il Soldano di Babbilonia ad oste ad Acri con molto smisuratissima cosa di gente Saracina.
Esempio: Cecch. Dot. 3, 6: Se voi avessi visto la gentil cosa di fichi, e d'uve, che e' fe' (il podere) l'anno passato!
Esempio: Dav. Colt. 494: Faranno [le viti], aiutantele questo sugo, una cosa bella d'uve.
Esempio: Fag. Comm. 1, 51: Che bella cosa d'abeti! uh son pur lunghi!
Definiz: § XLV. E con gli aggiunti di Poco di poca cosa, Piccolo di piccola cosa o simile, usata per lo più in modo assoluto, vale Somma di denaro, Prezzo, o simile. –
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 72: A' trionfin s'usava fare spesso Di poca cosa, o vero alle minchiate.
Definiz: § XLVI. Cose, nel plurale, con un adiettivo possessivo, e più specialmente co' verbi Avere le proprie cose, Venire le proprie cose, Mancare le proprie cose, Cessare le proprie cose e simili, diconsi I mestrui.
Definiz: § XLVII. Nell'antico linguaggio delle Matematiche, Cosa si usò per l'Incognita alla prima potenza. –
Esempio: Galig. Prat. Aritm. 90 t.: Quando le cose sono equale al numero, parti el numero nelle cose.
Esempio: E Galig. Prat. Aritm. 95 t.: Poni la prima parte 1 cosa, la seconda 10 numeri meno 1 cosa.
Definiz: § XLVIII. Cosa, talvolta si sottintende. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 251: Perch'egli è bugiardo e ingannatore, dirà una per un'altra.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 243: Poichè pur fatta l'hai, è avvenuto che Domeneddio è stato misericordioso.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 255: Alle volte a Firenze si dimostra una e fassi un'altra.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 375: Orsù le vanno tutte per un verso, tu e io, e 'l Governatore, lo Esecutore, e i birri, ci restiamo ingannati e vituperati.
Esempio: Deput. Decam. 1: Altri, più semplicemente procedendo, hanno per più sicura lasciare il mondo come l'hanno trovato.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 259: Fa per la prima al Menni un letterone, In cui lo prega a procacciar danaro.
Definiz: § XLIX. Cosa, entra come riempitivo nelle congiunzioni Conciossiacosachè, Conciofossecosachè, Conciossiacosa, e nelle maniere congiuntive Con ciò sia cosa che, Con ciò sia cosa fosse che. –
Esempio: Dant. Conv. 186: Conciossiacosachè intra dissimili amistà esser non possa, dovunque amistà si vede, similitudine s'intende.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 77: Conciofossecosa che se temeva gli occhi degli uomini, quel luogo era ben chiuso, e celato da ogni gente.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 71: Conciò fosse cosa che l'aere tutto paresse dal puzzo.... compreso.
Esempio: Cas. Pros. 2, 3: Conciossiacosa che tu incominci pur ora quel viaggio ec.
Definiz: § L. Cosa usasi per indicare Persona, Oggetto o Materia qualunque, il cui nome o non si voglia dire, o s'ignori, o non ci sovvenga. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 171: Egli è tutto impasticciato di non so che cosa.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 8: Dice la Caterina, che.... se v'è niuna buon'acqua o altra cosa da far bella, che ti prega gliele mandi presto.
Esempio: Cellin. Pros. 17: Di poi vedrai di accomodarla in su una cosa di ferro, lunga tanto che tu la possi maneggiare al fuoco.
Esempio: Red. Lett. 1, 76: Ed in somma non si lavi mai con cosa alcuna, che non vi sia il vino.
Esempio: Fag. Comm. 8, 173: Io ho dato moglie qui a.... S. A chi? T. Alla cosa qui. S. Come alla cosa? T. Alla Geva; ora avete voi inteso?
Definiz: § LI. Cosa, sia preceduta dall'articolo, o da preposizione articolata, sia preceduta o susseguita dai pronomi relativi, o da aggettivi indicativi, serve a riferire ciò di che si parla nell'antecedente proposizione. –
Esempio: Bocc. Filoc. 376: Temperati e rimanti da questa andata al presente; la qual cosa se tu non farai, più tosto ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 165: Tanto cruda e dura e salvatica gli si mostrava la giovinetta amata, forse per la sua singular bellezza,... che nè egli nè cosa che gli piacesse le piaceva. La qual cosa era tanto a Nastagio gravosa a comportare, che ec.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 172: Aspettavano soccorso da molti de' suoi; cosa che non speravano i Franzesi.
Esempio: Giambull. P. F. Orig. Ling. fior. 5: La qual cosa meco stesso considerata, e veduta ec.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 234: I miei m'hanno scritto il favore che m'ha fatto Monsig. illustriss.;... cosa che m'è stata d'infinita contentezza.
Esempio: Vett. Colt. 86: Dal qual segnale i loro contadini s'avvedevano che egli era passato il solstizio; cosa che io non rinvengo che oggi sia stata da' nostri osservata.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 374: Della qual cosa accorto Pericle, non framise indugio a gratificare il popolo, e propose egli di richiamar Cimone.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 266: Chiunque consente di vivere, nol fa in sostanza ad altro effetto nè con altra utilità che di sognare; cioè credere di aver a godere, di aver goduto; cose ambedue false e fantastiche.
Definiz: § LII. Cosa, unita con gli adiettivi, serve come di predicato a significare Quello stesso che tali adiettivi significherebbero. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Ahi quanto a dir qual era è cosa dura.
Esempio: E Dant. Parad. 16: Perchè non dee parer mirabil cosa Ciò ch'io dirò degli alti Fiorentini.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 139: Ma io vi ricordo che ella è più malagevole cosa a fare, che voi per avventura non v'avvisate.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 1, 143: Alcuni altri, come cosa più utile, approvavano il nuovo esempio della elezione fatta dal Papa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 13: Dal Re ottenerla [sposa] fia cosa leggiera, Qualor vi sia la volontà di lei.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 28: Lunga e forse noiosa cosa sarebbe dire tutti i particolari e le minuzie di queste storie.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 9: Lo trovaron disteso in su l'arena Con poca forza; e ciò fu buona cosa.
Definiz: § LIII. E pure congiunta con adiettivi, Cosa si usa a designare Ciò di che si parla, per attribuirgli la qualità espressa dall'adiettivo stesso. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 10: Martellino si storse in guisa le mani, le dita e le braccia e le gambe, ed oltre a questo la bocca e gli occhi e tutto il viso, che fiera cosa pareva a vedere.
Esempio: Ar. Orl. fur. 39, 63: Disse.... Che dolce cosa era la patria. Lottin. Avved. civ. 88: È preziosissima cosa la pace.
Definiz: § LIV. Nel plurale, con la determinazione d'un sostantivo retto dalla particella Di, denota la particolar materia, dottrina o arte significata da quel sostantivo; ovvero, Ciò che è proprio di esso. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 19: Il quale (San Girolamo) contemplando la morte di Cristo, che ha dinanzi in sulla croce, si percuote il petto per scacciare della mente le cose di Venere e le tentazioni della carne.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 1, 22: Mi diedi di nuovo e con miglior modo allo studio delle cose d'architettura.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 3, 102: Non restando perciò in quel mentre Lorenzo di studiare le cose del disegno, nè di lavorare di rilievo cera, stucchi ec.
Definiz: § LV. Seguita da un sostantivo retto dalla particella Di, denota Ciò che risguarda quel che è dallo stesso sostantivo significato, Il fatto di esso. –
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 468: E ho pensato meco talvolta, che eziandio nel secolo buono gli stessi Romani non fussero della cosa de gli anni ben risoluti.
Esempio: E Borgh. V. Disc. 1, 474: Non restando di replicare e di nuovo avvertire il lettore, che nella cosa de' tempi non è forse possibile, che talvolta non corra alcuna piccola differenza.
Esempio: Salv. Avvert. 1, 135: Nella cosa della favella bisogna attendere all'uso.
Definiz: § LVI. Alcuna cosa, in forza d'Avverb., vale Alquanto, Alcun poco; ma oggi dicesi più comunemente Poca cosa, Piccola cosa. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 39: Sanando e mitigando alcuna cosa suoie (sue) perigliose piaghe.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 21: Dico pertanto, che i fatti degli Ateniesi, siccome io penso e credo, furono assai grandi e magnifichi, veramente alcuna cosa minori a rispetto della grande fama che di loro è.
Esempio: Vill. M. 322: La misura del sale fu alcuna cosa consentita loro per migliore mercato.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 197: Gli parve sentire alcuna cosa battere il cuore a costei.
Definiz: § LVII. Alcuna cosa di checchessia, talora si prende per Poca parte di quello, Un poco o alcun poco di quello. –
Esempio: Pallad. Agric. 29: Contra questo bianco si puote mettere alcuna cosa di vino nero.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 203: Deonsi in questo modo cultivare [gli arbori],... e porvi alcuna cosa di letame.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 234: Alla cui troppa secchezza alcuna cosa si dee metter d'umore.
Esempio: Guglielm. Piac. Chir. volg. 79: Con questo continuativo pogli el bolo coll'olio rosato 'n alcuna cosa d'aceto e simile.
Definiz: § LVIII. Bella cosa!Esclamazione denotante compiacenza, sodisfazione, letizia per qualche fatto, notizia, e simili; e si usa anche in senso ironico. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 40: Oh bella cosa! Apparir maritata ed esser vedova.
Esempio: Fag. Comm. 4, 55: Morì messer Timoteo Stringati, il più ricco di questo paese. A. Ricco eh? oh bella cosa!
Esempio: Saccent. Rim. 2, 199: Bella cosa star su, dove si strippa Alle pubbliche spese!
Definiz: § LIX. Belle cose! Maniera ironica, usata per disapprovare.
Definiz: § LX. Che cosa! Che cose! sono maniere che si usano a modo di esclamazione, a denotare meraviglia, stupore e simili.
Definiz: § LXI. Che cosa, e anche semplicemente Cosa, usasi a significare Quello che, Ciò che; e costruiscesi anche con le preposizioni. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 72: Zerbino per veder la cosa ch'era, Verso il rumore in gran fretta si mosse.
Esempio: Nell. Iac. Dottoress. 1, 1: Se me lo vuol cambiare (il nome), perchè non cambiarmelo piuttosto in quello di Caterina,... e non in questo che non si sa di donde scappi, e che cosa voglia dire?
Definiz: § LXII. Che cosa, e anche semplicemente Cosa, riferito a checchessia, si usa in proposizione interrogativa, od in costrutto che abbia forza d'interrogazione, ed anche con le particelle prepositive, e vale Qual cosa, Che. –
Esempio: Dant. Purg. 29: Nel mio pensar dicea: che cosa è questa?
Esempio: Bern. Orl. 5, 63: Dimmi, peregrino, Che cosa è quella che ti fa lagnare?
Esempio: Grazz. Comm. 271: Rallegrati, figliuol mio dolce. A. Di che cosa?
Esempio: Chiabr. Amed. 17, 25: E rispondea: Cosa rivolgi in mente?
Esempio: Vai Rim. 40: Chi non ha quanto che basta a sè, Se co' poeti il Mecenate fa, O è più che stolto, o ditemi cos'è.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 6, 53: Diè di mano a una balestra; E colse Orlando, il qual disse: Cos'è?
Esempio: Crudel. Rim. 99: Questo frizzo, cos'è?
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 30: E chi è questa Ragione? Cosa ha da far con noi?
Esempio: Panant. Civett. 23: Checca non è di quelle servettuole, Che quando incontran qualche impertinente, Non dicono scontrose: Cosa vuole?
Esempio: E Panant. Epigr. 138: Lesse Tirsi a Dorilla un suo sonetto. Ed essa: Oh bello! cos'avete detto?
Definiz: § LXIII. Che cosa? o anche semplicemente Cosa? sogliamo rispondere a chi ci chiama, quasi domandando che voglia esso da noi.
Definiz: § LXIV. Che cosa? o Cosa? rispondiamo a chi ci chiede alcunchè ma genericamente, senza specificar ciò che vuole, affinchè ci sia detto. –
Esempio: Grazz. Comm. 278: Voglio una grazia da voi. G. Che cosa? P. Che voi perdoniate al Vespa.
Definiz: § LXV. Che cosa, od anche semplicemente Cosa, pure in maniera interrogativa, usasi familiarmente per Che quantità, A che prezzo, Quanto e simile. Esempj:
Esempio: Esempio del Compilatore Che cosa o Cosa hai di rendita all'anno? – Che cosa si vende quest'anno il grano? – Che cosa vi debbo per l'accomodatura del pianoforte?
Definiz: § LXVI. Che cosa è, od anche Cosa è, in proposizione interrogativa, sono maniere familiari che valgono Per qual ragione, In qual modo, Come mai, Donde avviene, Che significa, e simili. –
Esempio: Panant. Epigr. 119: O bella vedovina, che cos'è Questo gran bruno che dogliosa porti?
Definiz: § LXVII. Che cosa è, o sarà, questa? od anche Cosa è, o sarà, questa? sono maniere che si usano a significare meraviglia, stupore, udendo o vedendo alcunchè di straordinario, di nuovo e simile. –
Esempio: Dant. Parad. 20: E avvegna ch'io fossi al dubbiar mio Lì quasi vetro allo color che 'l veste, Tempo aspettar tacendo non patio; Ma della bocca: Che cose son queste? Mi pinse con la forza del suo peso.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 3: O glorïosa Madre, O Re del ciel, che cosa sarà questa?
Esempio: Grazz. Comm. 76: Agnesa, che fai tu costì? che cos'è questa?
Definiz: § LXVIII. Che cosa è questa? dicesi pure volendo rimproverare alcuno di qualche brutta azione, di qualche mala parola, e simili.
Definiz: § LXIX. Che cosa fai, fate, fa, fanno, ed anche Cosa fai, fate, fa, fanno? sono maniere familiari per domandar notizia della salute e dell'essere della persona a cui la domanda è rivolta, o di altri di cui quegli che noi interroghiamo è, o si crede essere, informato.
Definiz: § LXX. Che cosa non disse, fece, sofferse o non ha o avrebbe detto, fatto, sofferto, e anche Cosa, non disse, fece, sofferse e simili, o non ha o avrebbe detto, fatto, sofferto e simili, sono maniere enfatiche per significare che alcuno disse, fece ec., od ha o avrebbe detto, fatto, sofferto quanto più poteva o avesse potuto; grandemente. – Esempio.
Esempio: Esempio del Compilatore Gli hanno fatta l'operazione; che cosa non ha sofferto, poveretto!
Definiz: § LXXI. Cosa? e, ripetuto per maggiore efficacia, Cosa cosa? si usa quando sentiam dire alcunchè, che ci paia impossibile ad essere avvenuto, quasi per provare se chi parla è così sicuro del fatto suo da ripetere quel che ha detto.
Definiz: § LXXII. Cosa, si usa ellitticamente per Qualche cosa. –
Esempio: Dant. Purg. 2: Se cosa appare ond'elli abbian paura.
Esempio: Bin. Rim. burl. 1, 192: Ben sapete ch'un poco mi vergogno, E quando penso d'esser per avere Cosa da voi, proprio mi pare un sogno.
Definiz: § LXXIII. Cosa, pure in modo ellittico, vale per Ogni altra cosa, Qualunque altra cosa. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 293: Restaci a pigliare il Naso, il quale è della maggior importanza che cosa che sia sul volto.
Definiz: § LXXIV. Cosa, preceduta o seguita dagli adiettivi Alcuna, Nessuna, Niuna, Veruna, usasi, in proposizione negativa, ed anche in maniera avverbiale, per Nulla, Niente, Punto. –
Esempio: Dant. Purg. 6: Ella non ci diceva alcuna cosa, Ma lasciavane gir ec.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 195: Li prieghi non giovavano alcuna cosa.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 255: E, senza dirne cosa alcuna a persona, incominciò a far le passate dinanzi alla casa di costei.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 112: Gli significava.... non aver profittato cosa alcuna.
Esempio: E Machiav. Disc. 212: Le cose predette.... per sè medesime sono nulla, e non giovano alcuna cosa senza l'armi fedeli.
Definiz: § LXXV. Cosa, congiunta con gli adiettivi Nessuna cosa, Niuna cosa, Veruna cosa, anche in maniera avverbiale, vale lo stesso che Nulla, Niente; e talora trovasi accordata con aggettivo di genere mascolino. –
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 32, 3: Niuna cosa puote esser comandata contro a quello che di sè è naturale.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 30: Ho cavalcato dugento miglia da Barzalona a qui: no me n'è rincresciuto nessuna cosa.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 69: Non era sicuro cosa nessuna.
Definiz: § LXXVI. Cosa, con l'ellissi degli aggiunti Alcuna, Nessuna, Niuna, e in proposizione negativa, vale Nulla, Niente. –
Esempio: Dant. Purg. 10: Colui che mai non vide cosa nuova.
Esempio: Stor. Barl. R. 8 t.: Che per nessuno modo no gli dicessono nè facessono cosa per la quale il facessono crucciare.
Esempio: S. Ag. C. D. 9, 146: Passarono molti altri dì, e non giovava cosa che si facesse.
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 21: Nè farà cosa Di quel ch'era ordinato a Vall'ombrosa.
Esempio: Chiabr. Guerr. Got. 13, 34: Cosa quivi non vuol, che si rimagna.
Esempio: Pindem. Poes. 406: Il vento, e il fumo del cammin non conto, Nè cosa io scemo col mio verso o cresco.
Definiz: § LXXVII. Cosa ch'io possa, vale, profferendo un servigio o rispondendo a chi ce lo richiede, per significare che siam pronti a fare tutto quanto è ne' termini della propria possibilità ciò che altri domanda. –
Esempio: Dant. Purg. 5: Ma se a voi piace, Cosa ch'io possa, spiriti ben nati, Voi dite; ed io farò ec.
Esempio: Ar. Comm. 2, 81: Vuoi cosa ch'io possa? io ho fretta di tornare a casa.
Esempio: Gell. Err. 3, 2: Mona Ginevra mia, io ho gran bisogno di voi. M. G. Cosa che io possa; voi sapete bene che non avete se non a comandarmi; dite su.
Esempio: Cecch. Stiav. 5, 2: Madonna Giovanna mia padrona mi manda a voi, che vorrebbe che voi le faceste un servigio. F. Cosa ch'io possa.
Esempio: Razz. Cecc. 2, 5: Commettetemi cosa ch'io possa, e lasciate fare a me.
Definiz: § LXXVIII. Cosa del mondo, è maniera enfatica che in proposizioni negative, o che abbiano del negativo, si usa a significare Nulla, Niente. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 258: Il quale, senza dirne cosa del mondo a persona, prestamente all'ora impostagli v'andò.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 37: Calandrino tutto sospettoso, non sentendosi perciò cosa del mondo, andò avanti.
Esempio: Deput. Decam. 81: Vi si mette il Ti, segno suo proprio, senza che vi faccia cosa del mondo.
Definiz: § LXXIX. Cosa familiare, Cosa pubblica, Cosa giudicata. –
V. Familiare, Pubblico, Giudicato.
Definiz: § LXXX. Cose da Turchi, dicesi familiarmente ad Atti efferati e crudeli. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 327: Io mi strabilio della vostra avarizia:... stimar più la robba che il sangue! M. Cose da Turchi.
Definiz: § LXXXI. Cose de populo barbaro, dicesi familiarmente ad atti di crudeltà, ingiustizia, quasi incredibili; o ad errori, spropositi, grossolani.
Definiz: § LXXXII. Cose dell'altro mondo. –
V. Mondo.
Definiz: § LXXXIII. Cose dell'anima, serve a denotare Tutto ciò che attiene alla salvezza dell'anima. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 224: E non è di pochissimi, il cui mal vivere di gran tempo gli ha radicati in una tal dubbiezza di fede intorno alle cose dell'anima, il farsi mattamente a credere, ec.
Definiz: § LXXXIV. Cose di casa, usasi a denotare Le faccende domestiche, ed altresì L'amministrazione del patrimonio; e si usa, più che altro, nelle maniere Badare alle cose di casa, Guardare alle cose di casa, Attendere alle cose di casa.
Definiz: § LXXXV. Cose di fede, significa Tutto ciò che concerne i dommi della nostra religione.
Definiz: § LXXXVI. Cose di fuoco. –
V. Fuoco.
Definiz: § LXXXVII. Cose di religione, usasi a significare Le pratiche religiose.
Definiz: § LXXXVIII. Cose di scuola, si chiama il Compito che il maestro assegna all'alunno. –
Esempio: Nell. Iac. Alliev. 2, 10: Abbiamo a dire, che dopo d'aver fatto tutte le nostre cose di scuola,... ci è venuto in testa di andare ec.
Definiz: § LXXXIX. Cose d'ufizio, si usa a significare Gli affari che si trattano, Il lavoro che si fa ne' pubblici ufizj.
Definiz: § XC. Cose grosse. –
V. Grosso.
Definiz: § XCI. Gran cosa, in forza di Avverb., vale Molto; ma usasi solamente in proposizione negativa. –
Esempio: Deput. Decam. 7: Della proprietà della lingua non sa gran cosa.
Esempio: Magal. Operett. var. 395: Orcioletti.... con un corpo sferico, che ha un'imboccatura a proporzione assai larga, su la quale posa un collo non gran cosa lungo.
Definiz: § XCII. Gran cosa, ed anche Le gran cose, sono maniere esclamative, e che propriamente includono l'ellissi del verbo Essere, le quali si usano a significare meraviglia, stupore, dispetto, o simili. –
Esempio: Grazz. Comm. 230: Gran cosa, che questa bestia di mogliama non la voglia intendere.
Esempio: Fag. Comm. 1, 71: Oh se vo' sapessi le belle cose, ch'io v'ho da dire, voi vi strabiliresti; O mie' pae, le gran cose!
Esempio: E Fag. Comm. 3, 40: Oh le gran cose! voler dipigner la saviezza, la gentilezza;... se non se ne trova di questa roba da ricavare dal naturale,... bisogna giocar di capriccio.
Definiz: § XCIII. La prima cosa, si usa in maniera avverbiale per Primieramente. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 3, 36: Lo nostro Abate La prima cosa missono in prigione.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 49: La prima cosa, scriverei tutte le medaglie che mi venissero alle mani.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 10, 243: Deliberò [Raffaello legnaiolo].... che la prima cosa egli (il suo figliolo) imparasse a leggere e scrivere bene, e far di conto.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 19: La prima cosa, a questo pare che direttamente si contrapponga l'opinione comune.
Esempio: E Borgh. V. Disc. 2, 179: Batteron, la prima cosa, il denario, poi.... il quinario.
Esempio: E Borgh. V. Disc. 2, 442: Usciti di sotto le volte, ove aveano, la prima cosa, visitato il corpo del glorioso S. Zanobi.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 82: Io l'ho tolta perchè l'era Mia, la prima cosa; e poi l'ho fatto Pensando fare a te piacere e utile.
Definiz: § XCIV. Mala cosa! si usa in modo esclamativo, come per rendere o rendersi ragione di certi fatti che dispiacciono, ma che sono inevitabili, date certe condizioni.
Definiz: § XCV. Odi cosa, Udite cosa; modi ellittici, che si usarono a guisa di esclamazione per esprimere gran meraviglia. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 8: Odi cosa! i piedi, che dovriano essere più forti, erano di terra.
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 87: Svolazzando un augelletto, Per veder non so che sposa, Nella rete, udite cosa! Appannò del suo colletto.
Definiz: § XCVI. Ogni cosa, usasi in vece di Tutto; e talora trovasi accordato con adiettivo di genere mascolino. –
Esempio: Dant. Parad. 7: Chè l'ardor santo, ch'ogni cosa raggia, Nella più simigliante è più vivace.
Esempio: Sigol. Viagg. Sin. 37: Comandò che ogni cosa fosse iscaricato, e così fu fatto.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 210: Tornato infra tre ore, riferì ogni cosa.
Esempio: Fag. Comm. 8, 177: Io poi so ogni cosa per filo e per segno.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 212: Pulisci bene e spolvera ogni cosa, Che domattina vi sarà la sposa.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 253: Bellezza, gridi, miserie, ogni cosa, commosse il povero pastore.
Esempio: Pindem. Poes. 475: E poi ch'alfin sentì cheto ogni cosa, ec.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 120: V'ha alcune poche persone al mondo condannate a riuscir male cogli uomini in ogni cosa.
Definiz: § XCVII. Ogni cosa, usasi a denotare Tutto un dato luogo, Tutto un dato paese, e simili; e trovasi accordato con adiettivi di genere maschile. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 51: Tu vedi che ogni cosa è pieno.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 44: E subitamente fu ogni cosa di romore e di pianto ripieno.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 220: Essendo i freddi grandissimi, ed ogni cosa piena di neve e di ghiaccio.
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 93: Che pieno essendo ogni cosa di guerra, Voleano gir più che poteano occulti.
Esempio: Parin. Poes. 149: E a un punto empiendo Ogni cosa di te, mira ed apprendi.
Definiz: § XCVIII. Ogni cosa, parlandosi di persona, usasi familiarmente coi verbi Mostrare ogni cosa, Vederglisi ogni cosa e simili, a denotare Quelle parti del corpo che la decenza o il pudore vogliono celate.
Definiz: § XCIX. Ogni cosa, trovasi usato con l'articolo a modo di Sost. –
Esempio: Galil. Sist. 2: L'ogni cosa, il tutto, e il perfetto formalmente sono l'istesso.
Definiz: § C. E parlandosi di corredo, suppellettili e simili, vale Tutte le specie dei capi, od oggetti, che lo compongono. Così per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Il corredo è bell'e cucito; e gli ha fatto dodici d'ogni cosa.
Definiz: § CI. Poca cosa, Piccola cosa, e simili; sono maniere avverbiali, che valgono Poco, Alquanto. –
Esempio: Poliz. Pros. 52: Non pare abbi quasi male, e piccola cosa è dimagrato.
Esempio: Sassett. Lett. 95: A cui seguentemente venimmo a piacere una piccola cosa, ec.
Definiz: § CII. Prima d'ogni cosa, vale Innanzi tutto, Prima di tutto. –
Esempio: Targ. Viagg. 10, 183: Prima d'ogni cosa, ho creduto necessario il premettere certe considerazioni.
Definiz: § CIII. Qualche cosa, in costrutto con un adiettivo usato in forza di Sost. retto dalla particella Di, si usa a significare Una certa, Una non grande quantità di ciò che viene espresso da quell'aggettivo sostantivato. –
Esempio: Nell. Iac. Serv. 2, 14: Voi, Fornaia, andate a preparar qualche cosa di freddo, che io anderò al pasticciere per qualche cosa di caldo.
Definiz: § CIV. Qualche cosa di nuovo, di bello, di buono o simili, sono locuzioni che equivalgono a Qualche novità, Qualche cosa bella, buona, o simili. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 241: Pensando ci fussi qualche cosa di nuovo.
Definiz: § CV. E qualche cosa di vero, di bello, di buono, o simili, valgono Alcunchè di vero ec., Qualche parte di vero ec.
Definiz: § CVI. Qualche cosa, si usa anche avverbialm., a significare Un poco, Alcun poco. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 177: Hannosi ancora in questo accordo ad terminare e' conti vecchi, e ragionasi qualche cosa d'un cappello per il Protonotario.
Definiz: § CVII. Qualche cosa, in costrutto con un adiettivo retto dalla particella Di, prende forza dell'avverbio Assai, Molto e simili. – Esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Quel quadro è qualche cosa di bello! Costui è qualche cosa di tristo!
Definiz: § CVIII. Qualche cosa, parlandosi di pesi, misure e simili, serve a significare Una piccola parte di esse. – Esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Quel muro è alto due metri e qualche cosa.
Definiz: § CIX. Questa è la cosa! dicesi quasi a modo di ammirazione, a denotare l'importanza, la gravità, di checchessia. –
Esempio: Fag. Comm. 1, 181: O quest'è la cosa!... in casa far lo scrivano, e fuori il servitore.
Definiz: § CX. Se cosa fosse che, è maniera condizionale che si usò per Se caso facesse, Se avvenisse, e simili. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 301: Se 'l donzello vincesse la donzella, ella lo dovea prendere per suo marito, ed egli dovea avere lei per sua moglie; e se cosa fosse che la donzella vincesse l'uomo, si conveniva che l'uomo desse a lei cento cavalli.
Esempio: Stor. Apol. volg. 30: Fecievi mettere (nella nave) suso cioe che bisogniava alla donna, se cosa fosse ch'ella venisse a partorire in mare.
Definiz: § CXI. Senza cosa alcuna, è maniera avverbiale che significa Addirittura, Senz'altro; ma oggi è poco usata. –
Esempio: Dat. Lett. 38: V. S. illustrissima senza cosa alcuna pigli la mia difesa.
Definiz: § CXII. Una cosa giusta, Una cosa di mezzo, Una cosa discreta, servono familiarmente a significare Quantità, Misura giusta, sufficiente, di checchessia; e trasferisconsi anche a cose morali.
Definiz: § CXIII. Una cosa di venti lire, di cento lire, o come anche trovasi Cosa, di venti lire, di cento lire, e simili, vale familiarmente Una somma, un prezzo, una spesa all'incirca, o simili, di venti lire, di cento lire ec. –
Esempio: Sassett. Lett. 170: E' primi prezzi hanno ad essere cosa di 44 ducati.
Definiz: § CXIV. Una cosa di dieci miglia, di due ore, o come anche trovasi Cosa, di dieci miglia, di due ore e simili, pure in modo familiare, serve a indicare approssimativamente lo spazio o la lunghezza, sia di luogo, sia di tempo designato dall'aggiunto. –
Esempio: Sassett. Lett. 202: Sopra il mare era una nugola tonda in giro,... alta dal suolo marino cosa di otto braccia, pure continuata fino sopra l'acqua.
Esempio: E Sassett. Lett. appr.: E 'l fumo continuava fino alle nugole, e tutta l'affezione durò cosa d'un quarto d'ora.
Esempio: E Sassett. Lett. 267: In questo spazio di mare, che è una cosa di 100 leghe, stemmo voltando e aggirandoci, 40 tanti giorni.
Esempio: E Sassett. Lett. 269: Stemmo in questo pericolo una cosa di 40 ore.
Definiz: § CXV. Una cosa, posto come maniera avverbiale, usasi indeterminatamente coi verbi Dire una cosa, Fare una cosa, Guardare una cosa, Conoscere una cosa, Considerare una cosa e simili, nel modo imperativo, e serve a richiamare maggiormente l'attenzione della persona a cui rivolgiamo il discorso, o per proporle e consigliarle alcunchè. –
Esempio: Grazz. Comm. 319: Fa' una cosa; promettimi d'aspettar qui tanto, che io vada a dirlo ad Ambrogio.
Esempio: Fag. Comm. 1, 20: Fa' una cosa; va', e trova messer Anselmo.
Definiz: § CXVI. Una cosa, in correlazione con Un'altra, ovvero con la stessa locuzione Una cosa, forma, una maniera disgiuntiva. –
Esempio: Nell. Iac. Gelos. 2, 6: Che hai? Non aver paura. C. La paura è una cosa, e il sentirsi far male è un'altra.
Definiz: § CXVII. Aver qualche cosa, si dice di persona a significare che essa è di malavoglia, ha qualche dispiacere, qualche indisposizione fisica, e simili. – Esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore È inutile che tu lo nasconda; ti si legge nel viso, che tu hai qualche cosa.
Definiz: § CXVIII. Aver qualche cosa con alcuno, dicesi di persona a denotare Che essa ha malanimo, cruccio, rancore contro qualcuno. – Esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Eh! me ne sono accorto; ella ha qualche cosa con me.
Definiz: § CXIX. Chiamar le cose co' loro nomi; è maniera che vale Dire interamente il vero, Manifestare schiettamente ciò che è, senza riguardo. –
Esempio: Leopard. Pros. 2, 109: Sono sinceri [i buoni e i generosi], e chiamano le cose coi nomi loro.
Esempio: E Leopard. Pros. 2, 126: Mutare i detti, e chiamare una volta le cose coi nomi loro.
Definiz: § CXX. Di' tante cose, Dite tante cose, Vogliate dire tante cose, e anche ellitticamente Tante cose, sono maniere familiari che si usano quasi come clausola di cerimonia, di saluto e simili.
Definiz: § CXXI. Esserci cose grosse, serie e simili, si usa familiarmente a significare che tra due o più persone vi sono de' forti dissapori, grave discordia, cagioni d'inimicizia, e simili.
Definiz: § CXXII. Esserci per qualche cosa, dicesi familiarmente per Aver diritto di dare il proprio consiglio, o il proprio assenso, in qualche faccenda. –
Esempio: Cecch. Dot. 2, 4: Venghino a me.... cotesti Che ti voglion dar moglie, ch'io ci debbo, Poi ch'i' son vivo, esser per qualche cosa.
Definiz: § CXXIII. Esserci qualche cosa, che comunemente dicesi anche Esserci qualche cosa per l'aria, o, come anche si disse, Esserci delle cose; vale Esser per accadere altrui alcunchè di sfavorevole, Minacciare qualche novità. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 345: E' Pazzi triemano, e' Baroncelli si dice hanno fatto: e' ci è delle cose; ma stanno sotto, per le ferie che sono.
Definiz: § CXXIV. Esserci qualche cosa, detto di due o più persone tra loro, vale Esserci qualche intelligenza, connivenza, accordo e simili, tra loro.
Definiz: § CXXV. Esserci qualche cosa, Voler far qualche cosa, riferito a tempo, stagione e simili; vale Che il tempo, la stagione ec., fa segno di cambiarsi da buono in cattivo.
Definiz: § CXXVI. Essere qualche cosa, una gran cosa, e, come anche trovasi, da qualche cosa, Credersi qualche cosa, una gran cosa, e, come anche trovasi, da qualche cosa, Parere qualche cosa, una gran cosa, e, come anche trovasi, da qualche cosa, Diventare qualche cosa, una gran cosa, e, come anche trovasi, da qualche cosa, Venire e simili, qualche cosa, una gran cosa, e, come anche trovasi, da qualche cosa, detto di persona; vale, Essere, Parere o Divenire di qualche virtù, merito, pregio e simili; Divenire abile in checchessia, Acquistarsi reputazione: e per contrario, Esser piccola cosa, trovasi per Esser da poco, di poco conto, e simili. –
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 226: Le domandò s'ella voleva stare nel suo palagio, e farebbe che questo suo figliuolo verrebbe da qualche cosa.
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 89: Dove io dubito è: prima, che voi facciate questo re di Francia un nulla troppo presto, e questo re d'Inghilterra una gran cosa.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 293: La moglie del Sarto de' Cavagli, che pare in faccia qualche cosa, in proffilo pare una befana.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 162: A lei non bisogna dire che cosa sia l'affezione de la patria, nè l'obligo che le abbiamo, nè con quanta ambizione si suol cercare da gli uomini il parer da qualche cosa ne i lochi dove son nati.
Esempio: E Car. Lett. fam. 2, 427: Tutto ch'ella fa a benefizio del giovine predetto, è ricevuto da me come fatto a me proprio, amandolo io da figliuolo, e desiderando quanto desidero che venga da qualche cosa.
Esempio: Varch. Invid. 1: Dubiterei qualche volta, non già d'essere, ma bene di parere a qualch'uno qualche cosa.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 260: O figliuolo, tu non sara' mai picciola cosa; ma è forza che diventi un giorno o qualche gran bene, o qualche gran male.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 45: Il simile possiam dire de' peccatori, i quali in prima son tutti pieni di sè, e come credono d'essere una gran cosa, aliquem magnum, così reputano ec.
Definiz: § CXXVII. Essere gran cosa, o una gran cosa, Parere, e simili, gran cosa, o una gran cosa, vale anche Essere, Parere straordinario, strano, e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 306: Gran cosa mi parrebbe, che tu il risapessi giammai.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 22: E quanto a dire che, proseguendo io le mie [ragioni], fo danno e pregiudizio a le cose di V. S.,... mi par gran cosa che ardisca di dirlo alcuno.
Esempio: E Car. Lett. fam. 2, 30: Dunque non ho io da trovar giustizia nel mondo contra Monsig. Giustiniano?... gran cosa questa mi parrebbe certamente.
Esempio: Varch. Suoc. 2, 2: Ell'è pure una gran cosa, che tutte le donne siano fatte a un modo!
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 24: È gran cosa che dopo Giotto, non era stato insino allora.... maestri, ec.
Esempio: Razz. Gost. 1, 2: È una gran cosa, che questo uomo non si voglia rimanere di queste sue scioccherie.
Definiz: § CXXVIII. Essere una cosa, una cosa stessa, tutt'una cosa; detto sì di oggetti materiali, sì di affetti, sentimenti, parole, fatti morali, condizioni e simili, vale Essere tra loro tale uguaglianza, conformità, affinità, da poterli considerare come non varj, ma un solo: e per contrario, Essere cosa diversa, Essere altra cosa, Tutt'altra cosa, vale Essere checchessia ben distinto da ogni altro, Essere di differente natura, valore, significato ec. –
Esempio: Dant. Rim. 105: Amore e cor gentil sono una cosa.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 518: Lavoratore, che oggi è la nostra [voce], importa molto più umana e discreta condizione.... E contadino è tutta altra cosa.
Esempio: Pindem. Poes. 306: Per me, non più accostar le dita All'ebano sonante, e nella tomba Disanimato entrar, fôra una cosa.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 231: Ma dimmi, eccellenza e infelicità straordinaria sono sostanzialmente una cosa stessa?
Definiz: § CXXIX. Essere una cosa stessa, Esser tutt'una cosa, o una cosa, con alcuno; detto di persone, si usa a denotare Essere fra due persone tale conformità di pareri e di affetti da doversi considerare come un solo individuo. –
Esempio: Dant. Conv. 101: Questa donna.... spiritualmente fatta era colla mia anima una cosa.
Esempio: Ceff. Dicer. 74: E però, Signori, io vi priego che, secondo ch'io sono stato con voi una cosa per adrieto, così siate meco per inanzi.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 142: Pensò che per li suoi beneficj, che gli fece, egli fosse congiunto e una cosa con noi.
Esempio: Bocc. Filoc. 1, 297: In voi niuna fermezza si trova, e, brevemente, voi e il diavolo credo che siate una cosa (qui figuratam.).
Esempio: Cecch. Dot. 3, 6: Il mio figliuolo e io siamo una cosa medesima.
Esempio: Alf. Trag. 5, 266: È Bruto Col gran Cesare omai sola una cosa.
Definiz: § CXXX. Essere una cosa, Essere una cosa stessa, riferito a più azioni, operazioni compiute e simili, si usa a indicare che si fanno così celermente da sembrar che le si facciano quasi nel tempo istesso. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 100: Il tornarsi dentro e chiuder la finestra fu una cosa.
Definiz: § CXXXI. Essere l'ogni cosa d'un luogo, d'una congregazione di uomini e simili, trovasi a significare Esser quegli che fa e disfà a suo talento, Che conduce le cose a suo modo; Quegli secondo il cui consiglio altri procede. –
Esempio: Bart. D. Ital. 4, 184: Si diedero.... a farvi loro lamenti sopra l'essere oramai i Gesuiti soli l'ogni cosa di Roma.
Definiz: § CXXXII. Far le sue cose, o le cose di chiesa, usasi per Confessarsi e comunicarsi.
Definiz: § CXXXIII. Far le sue cose, dicesi per eufemismo, per Evacuare il ventre; e anche Fare una cosa, dicesi pure per eufemismo in vece di Evacuare il ventre, o di Orinare. –
Esempio: Grazz. Pros. 99: Falananna, avendo avuto grandissima voglia di far le sue cose, e forse ec.
Esempio: Sassett. Lett. 353: Dicono che sono maravigliose [certe pietre] contro al veleno, chè fanno vomitare, sudare, e fare le sue cose.
Esempio: Fag. Comm. 1, 95: Arrivo a questa buca, e v'entro drento per fare una cosa.
Definiz: § CXXXIV. Fa' una cosa lesta, Fate una cosa lesta; usasi familiarmente per significare Sbrigati, Fa' presto, Fate lesto.
Definiz: § CXXXV. Non esserci belle cose, è maniera con la quale vogliamo significare che le condizioni d'una data persona, o d'un affare, non sono buone, ma anzi piuttosto cattive.
Definiz: § CXXXVI. Qualche cosa sarà; è maniera con la quale vuolsi denotare che siam risoluti a fare una cosa, quali si sieno le conseguenze di essa: e si usa, più che altro, rispondendo ad alcuno che ci avverte, come facendo quella data cosa ce ne può incoglier male. –
Esempio: Cecch. Dot. 3, 6: Qualche cosa sarà.
Definiz: § CXXXVII. Sai che cosa?, sapete che cosa?, sa che cosa?, sanno, che cosa? sono maniere familiari ed ellittiche, che usiamo nel discorso per richiamare l'attenzione altrui sopra qualche idea, dubbio, o simili, venutici ad un tratto, e che vogliamo esporre.
Definiz: § CXXXVIII. Sapere cosa sia alcunchè, Conoscere, e simili, cosa sia alcunchè; maniera, più comunemente usata in frase negativa, che vale Averne o no fatta esperienza, Conoscere o no checchessia. –
Esempio: Cess. Scacch. volg. 70: Non seppono cosa fosse il bere vino.
Definiz: § CXXXIX. Tenere checchessia o chicchessia come le cose sante, e anche come le cose sacrosante, Custodire checchessia o chicchessia come le cose sante, e anche come le cose sacrosante, Guardare checchessia o chicchessia come le cose sante, e anche come le cose sacrosante, Adorare checchessia o chicchessia come le cose sante, e anche come le cose sacrosante; è maniera familiare, che vale Averne cura sollecita, Portargli grandissimo affetto e reverenza, come si fa degli oggetti di culto. –
Esempio: Grazz. Comm. 221: Sempre l'ha tenuta e guardata come le cose sante.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 5: M'incaricò [il Padre Fabbri], non che io vi salutassi, che io vi adorassi come le cose sacrosante.
Definiz: § CXL. A cosa a cosa, è maniera che vale A una cosa per volta. –
Esempio: Machiav. Comm. 146: Adagio un poco. A cosa a cosa, disse il Mirra.
Esempio: Med. Aridos. 2, 4: Ma a cosa a cosa, ch'io voglio prima cavarmi questi diavoli di casa.
Esempio: Giannott. Op. 2, 208: Io sono uso a rispondere a cosa a cosa.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 50: Dammeli, E dimmi come tu hai fatto. N. Adagio. A cosa a cosa; dare e dire: oh bastivi Ch'io dica, poi il dare.
Definiz: § CXLI. A cosa fatta, e A cose fatte; maniere avverbiali, che valgono Dopo il fatto. –
Esempio: Bocc. Amor. Vis. 12: Ma a cosa fatta penter non ti vale.
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 15, 117: Monsignor Ascanio per lettere dei 12 si scusa non essere stato chiamato a cosa alcuna, se non a cosa fatta.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 686: La sua conosciuta delicatezza.... gli contenne dall'aprirsi seco de' loro disegni, riserbandosi a cosa fatta.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 250: Non mi scaccerà veruno di qui, sino a cose fatte.
Definiz: § CXLII. Cosa per cosa, maniera avverbiale che si usa coi verbi Dire cosa per cosa, Narrare cosa per cosa, Raccontare cosa per cosa e simili; e vale Una cosa dopo l'altra, Ogni cosa per filo e per segno; Minutamente, Partitamente. –
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 22, 2: Commendiamvi assai della vostra diligenzia; e per non essere prolissi, lasceremo el replicare cosa per cosa, e capo per capo.
Esempio: Guidicc. Lett. 267: Prete Agustino si porta male a non avvisarmi cosa per cosa del riscosso.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 1, 93: Non sanno, Come andata si sia cotal ventura: Ma lor narra il guerrier cosa per cosa.
Esempio: E Forteguerr. Ricciard. 6, 13: E qui raccontò lui cosa per cosa.
Definiz: § CXLIII. Per che cosa, ed anche Per cosa, in proposizione interrogativa, vale Per qual cagione, Per qual fine, Perchè, A che pro. –
Esempio: Ar. Comm. 2, 503: Quando sannosi Le cose, per che cosa s'addimandano?
Definiz: § CXLIV. Per cosa alcuna, Per cosa che sia, Per cosa alcuna del mondo, Per cosa del mondo, Per niuna cosa, e simili, sono maniere avverbiali, che si usano a significare In verun modo, Per nulla, Per niente. –
Esempio: Rim. Ant. F. Pugl. Iac. 1, 241: Dicevi, anima mia, Lo dolce amore ch'è intra noi dui Non falsassi per cosa che sia.
Esempio: Cont. Ant. Cav. 62: Tutto solo el ponte del Tevere esso defese sì ch'essi per cosa alcuna non lo poteano passare.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 204: Madonna, a me par voi riconoscere, ma per niuna cosa mi posso ricordar dove.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 230: Per cosa del mondo ad amar lui disporre non si potea.
Esempio: Grazz. Comm. 239: Digli quel ch'io t'ho detto, e che non manchi per cosa del mondo.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 59: Ora confesso a te quello che avrei voluto tener segreto, e che non confesserei ad altri per cosa alcuna del mondo.
Definiz: § CXLV. Per la qual cosa, è maniera congiuntiva che ha forza d'illazione. –
Esempio: Bocc. Filoc. 344: Ora i tuoi prieghi hanno addolcita la mia ira, e divenuta son verso te pietosa; per la qual cosa ti prometto, che la domandata grazia.... ti sarà da me conceduta.
Esempio: E Bocc. Filoc. 380: Ma venuti alla riva del fiume videro quello, con torbide onde, più corrente che la passata sera non era; per la qual cosa, mutato consiglio, comandarono a' marinari che, ec.
Esempio: Cas. Pros. 3, 314: Per la qual cosa si potrebbe peravventura dire, che Giotto non meritasse ec.
Esempio: E Cas. Pros. 3, 315: Per la qual cosa nè vantare ci debbiamo de' nostri beni, nè farcene beffe.
Esempio: Nell. Disc. Archit. 48: Di qui si cavi quanti siano i danni, che per l'imperizia di chi mal soprintende ne derivarono, e ne potevano derivare. Per la qual cosa fu giudiciosissima... la proposizione del sig. senator Poltri.
Definiz: § CXLVI. Cosa dimandata è mezza comperata. –
Esempio: Libr. Amor. R. 232, 7: Cosa dimandata è mezza comperata.
Definiz: § CXLVII. E Cosa dimandata è cara comperata. –
Esempio: Libr. Amor. R. 231, 14: Cosa dimandata è cara comperata.
Definiz: § CXLVIII. Cosa fatta, capo ha. –
V. Capo, § CCIX.
Definiz: § CXLIX. Cosa ricordata, o ragionata, per via va, Cosa mentovata l'è per via; è proverbio che vale, Che sopraggiunge la persona di cui in quel punto si parla: ma oggi comunemente dicesi Persona rammentata è per la via, o vien per via. –
Esempio: Varch. Suoc. 3, 5: Cosa ragionata per via va.
Esempio: Cecch. Mogl. 2, 1: Cosa ricordata per via va.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 15: Ma mira mira: Eccolo eccol venuto in sulla porta, Fra sè ragionatore. Cosa va per la via, che s'ha nel core.
Esempio: Nell. Iac. Vilupp. 3, 5: Oh, cosa mentovata l'è per via che viene.
Definiz: § CL. Di cosa nasce cosa, e altresì Da cosa nasce cosa; e più compiutamente, Di cosa nasce cosa e il tempo la governa; maniera con la quale vogliamo confortare chi si trova in una data condizione di cose non favorevoli, o chi debba scegliere partito che sembri pericoloso, mostrandogli ragion di sperare che col tempo gliene potrà venir bene. –
Esempio: Machiav. Comm. 78: Fareimi famigliare suo e del marito. Che so io? Di cosa nasce cosa e il tempo la governa.
Esempio: Cecch. Esalt. 2, 1: E s'io non posso Mantenere dipoi la mia parola? O. Di cosa nasce cosa; al fin del giuoco, Voi potresti far peggio.
Esempio: Ambr. Furt. 1, 3: Andatevene a Lucca; Di cosa nasce cosa.
Esempio: Salv. Granch. 4, 1: Di cosa nasce cosa e 'l tempo la governa.
Esempio: Razz. Cecc. 1, 3: Di cosa nasce cosa; se mi dà pur tempo un anno, basta.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 36: Pure, siccome da cosa nasce cosa, se ec.
Definiz: § CLI. La cosa è qui; maniera proverbiale, che significa Il fatto è in questi termini, a questo termine. –
Esempio: Gell. Err. 5, 1: Ma dappoichè la cosa è qui, io vo' pregar te e lui, ec.
Definiz: § CLII. Le cose lunghe diventan serpi. –
V. Serpe.
Definiz: § CLIII. Non si fa cosa sotto terra, che non si sappia sopra a terra; è proverbio, che si usa a significare Che qualunque fatto, sia pur tenuto occulto e segreto, prima o dopo si scuopre.
Definiz: § CLIV. Ogni cosa è cosa; dicesi come in proverbio, a significare Che anche le più piccole cose hanno qualche valore.
Definiz: § CLV. Sono cose che paion case; è maniera familiare e iperbolica, che vale a significare Cose di molta importanza e di grande difficoltà, Cose che hanno quasi del meraviglioso: ma oggi si usa solo ironicamente, e quasi per canzonare chi magnifica cose che non han nulla di straordinario. –
Esempio: Magal. Lett. 158: Ma che direte, che.... costì e qui il Beidelzar conduca il frutto, e a Pisa no. Sono cose che paiono case.
Definiz: § CLVI. Val più una cosa fatta che cento da fare; è proverbio di chiaro significato.